assenza. orfeo-euridice
[studio]
La perdita. Il vuoto. L’assenza.
Orfeo emerge dalle ceneri, si muove tra le ceneri e dalle ceneri prende vita la sua ricerca di Euridice, delle tracce dei loro dialoghi interrotti, di sé stesso.
Orfeo è solo.
Orfeo è voce spezzata che diventa canto doloroso.
Orfeo è un corpo vuoto che cerca la chiave per tornare ad essere pieno.
Orfeo è incompiuto, mutilato.
Orfeo è desiderio incessante di completarsi attraverso l’altra.
Orfeo è tentativo di recupero, tra le pieghe della memoria, negli angoli di oggetti, negli strati di cenere, nelle forme dell’assenza.
Orfeo è possibilità di accettazione, di riscoperta, di rinascita, di germoglio di nuove radici.
È un canto a due corpi, due microfoni e due fari.
È il nostro sentirci incompiuti dentro la nostra compiutezza, è la nostra ricerca di ciò che abbiamo perso, di ciò che eravamo, di ciò che avremmo voluto essere.
È il nostro tentativo di accettazione del cambiamento, di adattamento.
È una rinascita che deriva dalla perdita.
È il vuoto che permette al pieno di esistere.
È la ricerca di una chiave, di senso.
È un viaggio di discesa nel punto più profondo degli inferi e di risalita per tornare a sé.
È presa di coscienza
dell’assenza.
CREDITI
regia FRANCESCA BERARDI
con FRANCESCA BERARDI, FILIPPO MANTONI
costumi STEFANIA CEMPINI
foto PAOLO MONINA